{"id":637,"date":"2017-10-05T13:05:32","date_gmt":"2017-10-05T13:05:32","guid":{"rendered":"http:\/\/www.tuttarteonline.it\/?p=637"},"modified":"2017-10-05T13:05:32","modified_gmt":"2017-10-05T13:05:32","slug":"intervista-saturno-butto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/intervista-saturno-butto\/","title":{"rendered":"Intervista a Saturno Butt\u00f2"},"content":{"rendered":"

Intervista a Saturno Butt\u00f2 a cura di Ilaria Rebecchi<\/strong><\/p>\n

Dove la pittura incontra ed \u00e8 scortata dalle sue due oscure sorelle, l\u2019empiet\u00e0 e la pornografia, e dove il misticismo e la ricerca delle primordiali necessit\u00e0 umane si sposano, nasce l\u2019arte di Saturno Butt\u00f2, geniale protagonista contemporaneo di sacralit\u00e0 mitologica ed ardori teatrali. Con un pizzico di Van Eyck e Vanessa Beecroft\u2026<\/p>\n

– Un pittore veneziano, che non dipinge Venezia. Perch\u00e9?<\/strong>
\nNon mi piace dipingere i paesaggi in genere. Come non amo particolarmente l\u2019arte astratta e moltissima dell\u2019arte figurativa. Tutto questo ha a che fare con la decorazione (fine a se stessa) che detesto.<\/p>\n

– Dove e quando nasce la tua passione per la pittura?<\/strong>
\nDopo le scuole medie ho avuto la possibilit\u00e0 di iscrivermi al Liceo Artistico e successivamente all\u2019Accademia Di Belle Arti a Venezia. Indubbiamente una certa attitudine gi\u00e0 si era manifestata, ma \u00e8 stato nel corso del decennio trascorso a Venezia che ho capito qual\u2019era veramente la mia passione. In sintesi il mio percorso formativo \u00e8 diviso in tre parti: la prima (Liceo Artistico) un lungo ed ininterrotto lavoro sulla figura, dove ho veramente imparato a disegnare e ad apprezzare l\u2019esercizio sul modello.<\/p>\n

La seconda (Accademia Belle Arti) dove ho spostato il mio interesse pi\u00f9 sul \u201cconcetto\u201d, privilegiando strumenti come la fotografia per ottenere opere che (a mio modo di vedere) fossero in linea con le avanguardie artistiche del tempo. Mantenendo, comunque, l\u2019interesse per il corpo e soprattutto il ritratto.<\/p>\n

Un comune denominatore questo che ha poi caratterizzato anche la terza parte (nel mio studio) dove ho ripreso con convinzione matite e pennelli, cercando di perfezionare la tecnica ad olio basando la mia ricerca sulle tracce dell\u2019esperienza fatta in Accademia\u2026 Diciamo che ho trascorso circa 22 anni di studio da quando sono entrato al Liceo nel \u201971, alla mia prima mostra fine \u201993. Il mio carattere introverso mi impone tempi lunghi.<\/p>\n

– Per un artista italiano, quali sono bellezze e difficolt\u00e0 di esporre in giro per il mondo?<\/strong>
\nNon viaggio volentieri e non amo essere al centro dell\u2019attenzione. Dunque in quanto ad esporre trovo le mie difficolt\u00e0. Malgrado questo, se le proposte sono interessanti, mi presto e muovo le mie opere, consapevole che una crescita artistica passa anche attraverso i consensi altrui. Non posso dire di avere un punto geografico privilegiato, ho esposto in Europa e negli Stati Uniti ed ho scoperto lo stesso interesse e difficolt\u00e0 che ho trovato qui in Italia. Non mi curo particolarmente della reazione che il pubblico ha nei confronti del mio lavoro, ma ricevere complimenti nel corso di un vernissage fa sempre piacere.<\/p>\n

– Indagando sulle tue opere, si nota lo sposalizio tra sesso, arte e peccato\u2026<\/strong>
\nNon volevo farlo, ma la citazione del critico letterario G. Hartmann a seguito di questa domanda mi pare pertinente: \u201cLa grande arte \u00e8 sempre scortata dalle sue due oscure sorelle, l\u2019empiet\u00e0 e la pornografia\u201d.<\/p>\n

Trovo questa frase \u00e8 affascinante ed inquietante e la condivido pienamente. Vorrei essere lontanissimo da quello che potrebbe venir definito un \u201cerotismo artistico\u201d, anche se sono consapevole che \u201cfiltrare\u201d delle idee, poi, comporta scelte stilistiche che potrebbero andar a parare proprio l\u00ec. Quello che mi \u201cmuove\u201d, comunque, \u00e8 una continua indagine sui misteri primari messa in atto attraverso la rappresentazione della figura umana.<\/p>\n

Per il momento non sono interessato alla decorazione e neanche ad un impegno sociale o politico, dunque il mio campo d\u2019azione, se cos\u00ec posso esprimermi, si restringe a sessualit\u00e0 e religione. Le mie figure affondano per met\u00e0 nelle viscere della terra (Dioniso, eros, peccato) e per l\u2019altra si innalzano verso sfere celesti (Apollo, psiche, redenzione).<\/p>\n

– C\u2019\u00e8 anche una componente di voyeurismo artistico nella tua pittura\u2026<\/strong>
\nCertamente! Mi ritengo un voyeur, ma non pi\u00f9 della media dei maschi che sostano dinnanzi ad una mia opera\u2026 E non dimentichiamo la componente esibizionistica dei modelli. Io credo che alla fine siamo tutti uguali, magari solo pi\u00f9 o meno ipocriti.<\/p>\n

– Cosa ti ispira nel momento creativo?<\/strong>
\nLa gente che incontro, libri e riviste e soprattutto la mia immaginazione coadiuvata dalla musica che costantemente mi accompagna in studio. Osservare un lavoro al cavalletto ascoltando della musica \u00e8 sempre stato un mio grande piacere, non devo far altro che annotare su un quaderno le visioni che, inevitabilmente, questa combinazione sensoriale riesce ad evocare nella mia mente.<\/p>\n

– La mitologia nella tua arte: un tema fondamentale \u2026<\/strong>
\nIconograficamente \u00e8 una componente complementare, come pu\u00f2 esserlo il fetish. Ma concettualmente \u00e8 come con la religione cristiana, una presenza costante che cerca di spiegare e bilanciare ci\u00f2 che \u00e8 bene da ci\u00f2 che \u00e8 male. Difficile sottrarsi se il tema delle opere \u00e8 l\u2019essere umano.<\/p>\n

– Come fondamentale pare essere anche la raffigurazione della madre \u2026<\/strong>
\nUn tema che ha a che fare con uno dei grandi misteri della natura\u2026 Molto \u201csentito\u201d da parte mia. Le mie figure con corna (spesso) richiamano l\u2019idea della grande madre, forza dionisiaca da cui tutto scaturisce e dove tutto ritorna.<\/p>\n

– E questo dualismo sacro \/ profano serve a rappresentare sia la duplice natura dell\u2019uomo sia la sua impossibilit\u00e0 di vincere la natura\u2026<\/strong>
\nSacro e profano o Psiche ed Eros o Apollo e Dioniso, ancora! Un eterno conflitto dove l\u2019uomo tenta , inutilmente, di prevalere sulla natura\u2026. \u201cIo vedo l\u2019eros e il paganesimo come una spina nel fianco della religione, sempre pronti a scatenare demoni\u201d (Da Sexual personae di C. Paglia)<\/p>\n

– Come mai, spesso, ricorri all\u2019utilizzo di modelli-non modelli, scelti tra la gente comune?<\/strong>
\nPerch\u00e9 le persone comuni sono autenticamente loro stesse, senza nessuna pretesa, e, felici di collaborare. Inoltre rappresentano bene il tempo storico in cui viviamo. Le loro esperienze personali spesso determinano l\u2019idea del quadro. Il ritratto non si limita ad una indagine prettamente somatica dell\u2019individuo, mi affascina soprattutto scoprirne la psicologia. Mi piace dire che \u201crubo loro l\u2019anima\u201d.<\/p>\n

– Opere ed artisti prediletti?<\/strong>
\nNon credo di aver mai avuto un riferimento assoluto. Per varie ragioni apprezzo molti artisti del passato e contemporanei in eguale misura. Anche e soprattutto non pittori legati alla figurazione. Ma se proprio devo citare qualcuno dico i primi che ora mi vengono in mente: \u201cIl polittico dell\u2019Agnello mistico\u201d di Van Eyck e alcune delle performances di Vanessa Beecroft (VB 46 \u2013 47). Giusto per dire che riconosco la qualit\u00e0 di un opera e di un autore indipendentemente da epoche e discipline artistiche<\/p>\n

– Si pu\u00f2 dire inoltre che ci sia una forte componente teatrale nelle tue opere \u2026<\/strong>
\nIl mio gusto, un po\u2019 barocco, per la messa in scena e l\u2019uso che faccio delle luci aumenta molto la teatralit\u00e0 dell\u2019immagine. Mi piace concepire il quadro quasi fosse una vera e propria scena teatrale. Di fatto esiste spesso una storia che precede e segue l\u2019immagine rappresentata, sia che si tratti di un gruppo o solo di una figura. Ma non sempre e non necessariamente io sono a conoscenza di questi sviluppi, mi piace immaginarli. Comunque perlopi\u00f9 preferisco l\u2019ordine, la ritualit\u00e0, l\u2019attenzione alle geometrie nella composizione, cose che in definitiva rendono, appunto, teatrale l\u2019opera.<\/p>\n

– E la componente esoterica?<\/strong>
\nNon c\u2019\u00e8 una componente esoterica vera e propria. Diciamo che l\u2019uso che faccio di determinati simboli e testi a complemento dell\u2019immagine induce lo spettatore a fare considerazioni di carattere esoterico, ma, ripeto, non c\u2019\u00e8 un fine in tal senso.<\/p>\n

– Se ne parlava prima: che genere di musica ti ispira nel dipingere?<\/strong>
\nRiesco ad ascoltare ed apprezzare contemporaneamente la musica sacra antica (Carlo Gesualdo \u2013 Pierre De La Rue \u2013 Victoria \u2013 Desprez \u2013 Ockeghem \u2013 ecc.) e gruppi goth, black metal pi\u00f9 o meno attuali (Ulver \u2013 In the woods \u2013 Empyrium \u2013 Garden of delight \u2013 Doom:VS \u2013 ecc..)<\/p>\n

di Ilaria Rebecchi<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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