{"id":623,"date":"2017-10-05T12:09:31","date_gmt":"2017-10-05T12:09:31","guid":{"rendered":"http:\/\/www.tuttarteonline.it\/?p=623"},"modified":"2017-10-05T12:21:11","modified_gmt":"2017-10-05T12:21:11","slug":"jean-dubuffet","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/jean-dubuffet\/","title":{"rendered":"Jean Dubuffet"},"content":{"rendered":"

\"Jean“Jean Dubuffet” a cura di Rosa Spinillo<\/p>\n

Dubuffet ( Le Havre, 1901 \u2013 1985 ) attraverso una nuova forma di vivace primitivismo espresse il sentimento predominante di solitudine e di alienazione proprio dell\u2019Europa del dopoguerra, con accenti al tempo stesso comici e terrificanti.<\/p>\n

Fino all\u2019et\u00e0 di quarant\u2019anni Dubuffet era stato poco pi\u00f9 che un\u2019artista dilettante e discontinuo, occupato pi\u00f9 che altro a gestire la prospera azienda vinicola di famiglia e a godersi la bella vita parigina.<\/p>\n

A ricondurlo rigorosamente sulla strada dell\u2019arte fu la scoperta del libro di Hans Prinzhorn \u201c Bildnerei des Geisteskranken\u201d dedicato all\u2019arte prodotta dai malati di mente.<\/p>\n

A questo punto Dubuffet si volse allo studio dell\u2019arte dei bambini, degli alienati, dei naif, raccogliendone numerosi esemplari che egli classific\u00f2 col termine di \u201c art Brut\u201d e fece di queste forme espressive il modello per pitture e sculture bizzarramente vitali e gnomiche.<\/p>\n

\"JeanSia che si trattasse di graffiti murali, di arte \u201cpatologica\u201d o di altri generi, le sue sorprendenti ricerche formali partivano dalla condizione umana anzich\u00e9 dai valori pittorici astratti. Le sue mostre parigine subito dopo la liberazione furono una rivelazione, ma scatenarono reazioni molto diverse.<\/p>\n

Le sue prime figure, crude e scopertamente infantili, scarabocchiate e impiastricciate in colori densi e intrisi di rena, non lasciavano certamente inespresse le intenzioni dell\u2019autore: erano allucinanti nel disegno e drammatiche nella materia, grottesche e crudeli, ovviamente macabre e tecnicamente ( falsamente) prodotte da incompetenza. In altre parole erano culturalmente al livello massimo della raffinatezza.<\/p>\n

N\u00e9 Dubuffet cambi\u00f2 registro all\u2019inizio degli anni Cinquanta, quando present\u00f2 la serie di \u201c Corps de dames\u201d dove alla rituale rozzezza della materia si aggiungevano le anatomie \u201c geografiche\u201d del corpo femminile che, scartato l\u2019ideale classico, ricordavano piuttosto gli archetipi degli arcaici culti della fertilit\u00e0.<\/p>\n

\"JeanMa anche qui un ricatto c\u2019era: la materia, le pose e l\u2019ambiguit\u00e0 spaziale conferivano loro una forza espressiva paragonabile alle cose migliori della pittura astratta. L\u2019arte di Dubuffet \u00e8 vicina al Surrealismo, ma pi\u00f9 nel metodo che nell\u2019atteggiamento.<\/p>\n

Egli disse che \u201cla chiave di tutto non deve essere dove ce lo immaginiamo: io ho l\u2019impressione che il mondo sia governato da strani meccanismi dei quali noi non ne abbiamo la pi\u00f9 pallida idea\u201d.<\/p>\n

Negli \u201cassemblages\u201d ( cos\u00ec chiam\u00f2 i collage ) impieg\u00f2 campioni di materia organica \u2013 licheni, foglie, ali di farfalla, spugne, cenere, pezzi di lava \u2013 come i cubisti usavano carta e legno.<\/p>\n

Dai Surrealisti differ\u00ec anche perch\u00e9 si rifece a oggetti di culti antichi per creare un \u201c miscuglio di consuetudine e di terrore\u201d. Agli inizi degli anni Sessanta, Dubuffet, cominci\u00f2 la serie di quadri decorativi che chiam\u00f2 \u201cL\u2019Hourloupe\u201d, titolo senza significato.<\/p>\n

\"JeanIl nuovo stile (che persegu\u00ec fino alla morte) applicato in pittura, in scultura e nei cosiddetti \u201cpraticables\u201d (\u201cpraticabili\u201d o quinte teatrali), rivel\u00f2 subito di discendere dalla rituale compattezza del disegno e dal senso di straniamento dell\u2019arte psicotica.<\/p>\n

Dubuffet era sempre stato attirato dal mondo fantastico della mente malata per il dramma non solo psichico ma visivo che contiene, e perch\u00e9 vi vedeva un\u2019alternativa al sistema estetico super- educato.<\/p>\n

La nuova cosmologia dell\u2019artista era popolata di frammenti da commedia umana, oggetti banali che conducono una vita tutt\u2019altro che banale, mobili che impersonano uomini, i quali impersonano alberi, e costruzioni che illustrano idee.<\/p>\n

Grazie allo splendido controllo della forma, categorie, specie e perfino propriet\u00e0 fisiche si confondono tutte nell\u2019impasto finale.<\/p>\n

\"JeanAlla \u201ccommedia umana\u201d dei crudeli e comici ritratti del primo dopoguerra Dubuffet successivamente ha aggiunto un elemento farsesco alquanto sinistro, un pozzo scuro nel quale le risonanze psichiche trovano eco, per intenderci, nelle inanit\u00e0 e nelle straziate caricature di Ionesco, suo amico intimo fin dagli anni Quaranta.<\/p>\n

Infatti il lato fantastico de \u201cL\u2019 Hourloupe\u201d \u00e8 allegro nel disegno elementare e nei colori da asilo infantile, ma solo in superficie: sotto si percepisce che \u00e8 l\u2019equivalente plastico della mente in catene. Fino a \u201c L\u2019Hourloupe\u201d e ai \u201cpraticables\u201d scultoreo- architettonici di grandi dimensioni, Dubuffet andava collocato quasi eslusivamente nell\u2019area cupa del dopoguerra, l\u2019epoca delle spettrali sculture di Giacometti.<\/p>\n

Ma poi venne \u201cL\u2019Hourloupe\u201d, appunto, e fu chiaro che Dubuffet \u2013 non solo nelle tele, ma nelle sculture e nelle fantasie architettoniche \u2013 creava pi\u00f9 spazio, cercava di dare al suo stile maggiore respiro.<\/p>\n

Anche nella sua ultima produzione, che \u00e8 stata forse la pi\u00f9 stimolante in Europa, insieme a quella della giovane generazione neo- espressionista, Dubuffet appare di statura ormai pari, o quasi, a quella di Klee e di Schwitters, mentre sempre pi\u00f9 si chiarisce il suo ruolo di alter- ego delle esperienze Pop e Funk degli anni Sessanta.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

“Jean Dubuffet” a cura di Rosa Spinillo Dubuffet ( Le Havre, 1901 \u2013 1985 ) attraverso una nuova forma di vivace primitivismo espresse il sentimento predominante di solitudine e di alienazione proprio dell\u2019Europa del dopoguerra, con accenti al tempo stesso comici e terrificanti. Fino all\u2019et\u00e0 di quarant\u2019anni Dubuffet era stato poco pi\u00f9 che un\u2019artista dilettante […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":625,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[30,50],"tags":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/623"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=623"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/623\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/625"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=623"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=623"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=623"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}