{"id":420,"date":"2017-09-17T11:03:05","date_gmt":"2017-09-17T11:03:05","guid":{"rendered":"http:\/\/www.tuttarteonline.it\/?p=420"},"modified":"2017-09-17T11:05:46","modified_gmt":"2017-09-17T11:05:46","slug":"duchamp-dadaismo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/duchamp-dadaismo\/","title":{"rendered":"Duchamp e il Dadaismo"},"content":{"rendered":"

“Duchamp e il Dadaismo” a cura di Rosa Spinillo<\/strong><\/p>\n

Durante la Prima guerra mondiale, la Svizzera rappresent\u00f2 un porto franco per molti intellettuali che cercavano di sfuggire ai mali del conflitto.<\/p>\n

\"fotoProprio in una terra che si era dichiarata neutrale si verific\u00f2 una fortuita concentrazione di creativit\u00e0, che si espresse tuttavia in termini di bellicosit\u00e0 nichilista.<\/p>\n

Al Cabaret Voltaire di Zurigo nacque, nel 1916, il dadaismo il nome gi\u00e0 preannunciava l\u2019irrazionalit\u00e0 ispiratrice.<\/p>\n

\u201cDada\u201d non significava nulla, come avrebbe affermato Tristan Tzara due anni pi\u00f9 tardi nel primo manifesto del gruppo.<\/p>\n

I nomi dei movimenti d\u2019avanguardia che avevano preceduto il dadaismo intendevano indicare, o avevano finito per significare, il carattere delle loro operazioni, e anche questa volta la scelta non era del tutto casuale, perch\u00e9 dada non proponeva, tendeva piuttosto ad annullare.<\/p>\n

A partire dall\u2019idea di bellezza, dichiarata morta, e con essa quale inevitabile conseguenza, la critica dell\u2019arte nonch\u00e9 il tradizionale rapporto di dipendenza dell\u2019artista dal pubblico, dichiarandosi ora l\u2019arte un\u2019attivit\u00e0 squisitamente privata.<\/p>\n

Infatti, il manifesto del 1918 si concludeva con la proclamazione della coincidenza tra dada e vita; non tuttavia secondo una volont\u00e0 simile a quello del futurismo, che aveva inteso permeare di s\u00e9 il mondo intero.<\/p>\n

\"Marcel-Duchamp-ruota-di-bicicletta\"Dada non cerc\u00f2 infatti di creare uno stile; Marcel Duchamp presentava come opere d\u2019arte oggetti sottratti alla quotidianit\u00e0 limitandosi ad assemblarli tra di loro.<\/p>\n

Ruote di biciclette montate su sgabelli, portabottiglie, persino orinatoi vennero firmati come vere e proprie creazioni, perch\u00e9 ora si riconosceva all\u2019artista un potere illimitato.<\/p>\n

Incominciava allora la separazione tra artista e pubblico che si accentu\u00f2 nel corso del secolo; non che i futuristi, intendessero assecondare il gusto degli spettatori ma, nella violenza con cui lo provocavano, speravano di educarlo a nuovi criteri estetici. I dadaisti lo violentavano solamente.<\/p>\n

Emblematica la reazione dei visitatori di una mostra organizzata a Colonia all\u2019inizio degli anni Venti, in cui il pubblico era invitato a servirsi di una scure per distruggere una scultura lignea di Max Ernst.<\/p>\n

Vi era poi una ragazza in abito da prima comunione che recitava versi osceni, ispirati ai fotomontaggi a sfondo sessuale di Ernst.<\/p>\n

Risultato; gli spettatori storditi e offesi, distrussero il locale e danneggiarono le opere, con prevedibile soddisfazione dei dadaisti organizzatori. I dadaisti tedeschi furono in generale pi\u00f9 impegnati rispetto ai colleghi di Zurigo e di New York.<\/p>\n

Duchamp, a New York nel 1917, si sarebbe di l\u00ec a poco unito a Picabia e a Man Ray. Dada e Duchamp si identificano l\u2019uno nell\u2019altro, dada \u00e8 Marcel Duchamp e viceversa. Partito dalla pittura impressionista, poi cubista o cubofuturista, come ben illustra il Nudo che scende le scale n.2 (1911), approd\u00f2 all\u2019 esperienza dada percorrendone la nascita ufficiale e firmando i primi ready-made.<\/p>\n

\"MarcelA lui si devono le operazioni dada pi\u00f9 ironiche, spesso giocate sul doppio senso e l\u2019ambiguit\u00e0. Mentre alla Gioconda aveva disegnato un paio di baffi, si faceva pure ritrarre in panni femminili assumendo lo pseudonimo di Rose Selavy, operava continui scarti semantici, come per ribadire la fragilit\u00e0 di qualsiasi definizione, qualunque essa fosse, verbale, artistica, sessuale.<\/p>\n

Duchamp rimane il progenitore dell\u2019arte concettuale, sia per aver anteposto l\u2019idea all\u2019oggetto, sia per aver conferito all\u2019artista una sorta di onnipotenza canzonatoria.<\/p>\n

Nel 1919, il drappello dada si sposta a Parigi, pronto ad agitarne l\u2019ambiente post-bellico; ma proprio perch\u00e9 la sua arma principale era la negazione, non la diffusione di una cifra stilistica, il suo tempo stava rapidamente venendo meno. La critica irriverente, per turbare, deve concentrarsi in tempi brevi, non pu\u00f2 attendere di essere interiorizzata.<\/p>\n

Si profilava intanto all\u2019orizzonte il surrealismo che avrebbe tradotto un po’ dello spirito dada in un fare pi\u00f9 concreto. Dopo la demolizione operata dall\u2019irriverenza dadaista si avvertiva infatti il desiderio di ritornare a costruire.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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