{"id":175,"date":"2017-09-12T08:39:00","date_gmt":"2017-09-12T08:39:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.tuttarteonline.it\/?p=175"},"modified":"2017-11-13T13:13:23","modified_gmt":"2017-11-13T13:13:23","slug":"critica-vittorio-sgarbi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/critica-vittorio-sgarbi\/","title":{"rendered":"Mark Kostabi: critica di Vittorio Sgarbi"},"content":{"rendered":"

“KOSTABI – Da Giotto a Warhol, Andata e Ritorno…” 
\na cura di Vittorio Sgarbi<\/strong><\/p>\n

In principio fu Andy Warhol. Prima di lui il rapporto fra arte moderna; industria e comunicazione di massa era ancora fortemente contraddittorio.<\/p>\n

C’erano stati tentativi di conciliazione fra questi elementi, anche importanti e felici (le applicazioni extrapittoriche del Futurismo, il Costruttivismo) ma l’arte, nella sua visione pi\u00f9 romantica, rimaneva qualcosa di difficilmente conciliabile con la produzione in serie, ovvero con la nozione, non solo tecnologica, di serialit\u00e0.<\/p>\n

L’arte \u00e8 una espressione dello spirito unica e irripetibile, dicevano gli artisti, i critici, i filosofi idealisti, i mercanti,guardando le opere moderne come se il mondo attorno non fosse cambiato dai tempi di Caravaggio o di Goya.<\/p>\n

Intanto, per\u00f2, l’arte diventava una questione economica sempre pi\u00f9 importante e la produzione in serie diventava un mezzo straordinario per far crescere il commercio, e con esso tutto il sistema artistico, dalle gallerie ai musei.<\/p>\n

L’Avanguardia aveva identificato l’arte in una serie di nuove pro-poste estetiche, ognuna delle quali era subito riconoscibile per una formula visiva, una cifra stilistica originale, un marchio di fabbrica.<\/p>\n

Involontariamente, l’Avanguardia si era predisposta per la produzione in serie, quindi per le nuove regole del mercato moderno: fare Cubismo significava fare le opere in modo teoricamente programmato, per poter garantire risultati sempre molto simili. Salvo poche eccezioni, lo stile e la forma dovevano essere uniformi e costanti, con poche varianti da un’opera all’altra, da gruppo a gruppo, ma anche da artista ad artista.<\/p>\n

Le cose si sono ulteriormente standardizzai quando, con l’Informale e le prime apparizioni di quello che sarebbe stato chiamai Concettualismo (Fontana), le maniere stilistiche dell’ Avanguardia si sono fatte sempre pi\u00f9 essenziali, con-centrate attorno a gesti, segni e materie sempre pi\u00f9 primordiali nella loro espressivit\u00e0.<\/p>\n

In altre parole, l’ Avanguardia era diventata sempre pi\u00f9 marchio di fabbrica; eppur continuava a contrapporsi in modo radicale alla serialit\u00e0 industriale, come se da una parte fossero la libert\u00e0 e la dignit\u00e0 intellettuale , dall’altra la macchina, la bassa merceologia dedita profitto. Dietro ogni opera dell’Avanguardia, anche quella pi\u00f9 elementare, c’era sempre garanzia di una mano e, dietro quella mano, uno spirito geniale. Comunque lo si giudichi, Warhol ha cercato di risolvere la contraddizione fra arte serialit\u00e0 industriale.<\/p>\n

Il ragionamento di Warhol era coerente: se l’Avanguardia \u00e8 diventa marchio di fabbrica e l’arte ha la necessit\u00e0 di confrontarsi direttamente con la societ\u00e0 moderna caratterizzata dal dominio della comunicazione di massa, deve farlo fino in fondo, riducendo minimo la distanza fra arte e industria.<\/p>\n

Cos\u00ec Warhol ha cambiato il concetto tradizionale di ope: d’arte come manufatto, impiegando abbondantemente i mezzi meccanici, in pr\u00ecmis la fotografi attraverso il riporto serigrafico. Con i mezzi meccanici, la potenzialit\u00e0 seriale dell’opera d’ari diventa infinita, ponendosi sullo stesso piano del prodotto industriale. Non \u00e8 una questione so] tecnologica, ma anche di sostanza: l’opera d’arte perde l’unicit\u00e0 e l’irripetibilit\u00e0, quelle teorizza da Walter<\/p>\n

Benjamin come elementi fondamentali dell’et\u00e0 pre-moderna, per diventare una merc Come tutte le merci, lo scopo dell’arte prodotta in serie diventa quello di essere venduta e diffondersi quanto pi\u00f9 possibile nel mondo.<\/p>\n

Warhol \u00e8 il primo artista moderno a riconoscere all’arte la priorit\u00e0 commerciale e a misurare il su valore con il successo: pi\u00f9 si produce, pi\u00f9 si vende, pi\u00f9 ci si fa conoscere nel mondo.<\/p>\n

La visione mercantile di Warhol potrebbe sembrare un’omologazione dell’arte alle regole pi\u00f9 materia e “anti-spirituali” del capitalismo di massa. In parte lo \u00e8, ma solo se ci si accorge che, dal punto di vista sociale e politico, questo tipo di omologazione non \u00e8 per l’arte un passo indietro.<\/p>\n

Dal punto di vista politico, il capitalismo di massa \u00e8 stato certamente pi\u00f9 “democratico” di quanto non fosse il capitalismo proto-industriale. Il capitalismo di massa sostiene la larga diffusione di beni e di ricchezza, in modo tale che tutti, o almeno un numero quanto pi\u00f9 ampio di persone, possano permettersi di comprare ci\u00f2 che una volta potevano permettersi solo i ricchi. Tutti possono comprare, tutti hanno la possibilit\u00e0 di diventare benestanti, questo \u00e8 il “messaggio” del capitalismo di massa, diventato quasi una cosa unica con l’american way of life.<\/p>\n

\u00c8 significativo che rispetto al modello politico del capitalismo di massa, l’arte prima di Warhol si era posta in un modo che non pu\u00f2 essere considerato progressista. Sostenendo l’unicit\u00e0 e l’irripetibilit\u00e0 dell’opera, largamente condivisa anche dall’Avanguardia, l’arte finiva per avvalorare un modello sociale fortemente elitario: pochissimi e fuori dalle norme abituali erano i creatori, ma pochissimi erano anche gli acquirenti di opere, molto pi\u00f9 benestanti della media.<\/p>\n

Inevitabilmente, l’arte finiva per diventare un costume della societ\u00e0 beata che poteva permettersela, un suo specchio, se non un suo divertimento. L’arte, cio\u00e8, diventava motivo di grande prestigio culturale che con il suo fascino poteva far dimenticare la miseria di coloro che la finanziavano.<\/p>\n

Il caso di Raffaello pu\u00f2 essere emblematico: i suoi due maggiori committenti romani, Papa Giulio TI e Agostino Chigi, si sono serviti della sua arte per cambiare completamente la loro immagine, il loro look, come si direbbe oggi. Giulio Il era un papa violento che non esitava a armarsi per combattere i suoi nemici temporali, mente occulta di<\/p>\n

stragi e omicidi, venditore di indulgenze per finanziare le guerre e i nuovi capo-lavori del Vaticano. Agostino Chigi era un arricchito senese desideroso di potere e piuttosto volgare, sempre pronto a esibire la sua ricchezza, come quando dalla sua villa della Farnesina invitava gli ospiti a gettare nel Tevere le posate in oro che poi recuperava grazie a reti nascoste sui letto del fiume.<\/p>\n

Bisogna dire che Raffaello \u00e8 riuscito perfettamente nel suo compito, dimostrandosi un eccezionale pro-motore di immagine non solo per il presente, ma per l’eternit\u00e0. Quanti di noi, ammirando le Stanze Vati-cane, si ricordano che furono volute da un papa cos\u00ec discutibile come Giulio TI?<\/p>\n

Quanti, vedendo le Logge della Farnesina o la Cappella Chigi a Santa Maria del Popolo, penserebbero che il loro committente non era affatto una persona colta e raffinata, ma un qualsiasi arrivista in cerca di gloria? Quanti coglierebbero, in questi due mecenati, i peccati che i loro contemporanei ci hanno riferito, evidentemente ancora capaci di distinguere la bellezza sublime dell’arte dalla propaganda?<\/p>\n

Quasi nessuno: per noi, Giulio Il e Agostino Chigi sono di-ventati partecipi dei capo-lavori di Raffaello, avendo-ne permesso la loro realizzazione, rispecchiano dunque anche loro il vertice di altissima civilt\u00e0 che le opere d’arte hanno toccato. E in ci\u00f2 si finisce per fraintendere l’arte, credendo che essa abbia avuto come unico e disinteressato scopo la rappresentazione della bellezza cos\u00ec come ciascuna epoca l’ha concepita.<\/p>\n

Prima di Warhol, la situazione sociale e politica dell’arte era cambiata dai tempi di Raffaello, ma non di molto. Gli artisti si erano resi pi\u00f9 autonomi e intellettualmente evoluti rispetto al passato, non apparteneva-no pi\u00f9 alle corti di papi, re o principi, ma i ricchi continuavano a comprare le loro opere.<\/p>\n

Come ai tempi di Raffaello, i ricchi si servivano ancora del collezionismo e del mecenatismo per acquisire un prestigio culturale che altrimenti sarebbe stato al di fuori delle loro capacit\u00e0.<\/p>\n

Erano forse scomparse figure come quelle di Giulio TI, essendo tramontata un certo tipo di societ\u00e0 aristocratica, ma non quelle come Agostino Chigi, simbolo modernissimo di un certo tipo di borghesia affaristica e imprenditoriale.<\/p>\n

La serialit\u00e0 dell’arte di Warhol conteneva in s\u00e9 un progetto politicamente utopico: se vogliamo che l’arte sia a misura di massa, dunque non pi\u00f9 elitaria, tutti devono avere diritto a possederla. La propriet\u00e0 dell’opera d’arte non doveva essere ritenuta esclusiva, ma una prerogativa esercitabile da chiunque.<\/p>\n

Sarebbe stato lo stesso Warhol a limitare questo slancio rivoluzionario, perch\u00e9 contrario ai suoi interessi economici. Meglio che il mercato considerasse le sue opere cos\u00ec “meccaniche” e quasi industriali nel processo di produzione, come “manufatti” del passato c’\u00e8 sempre il genio romantico dietro di esse, anche se non si manifesta manualmente.<\/p>\n

Tutti, per\u00f2, possiamo avere una immagine di un’opera di Warhol, visto che \u00e8 cos\u00ec facilmente riproducibile e cos\u00ec simile, anche tecnologicamente, all’originale. Mark Kostabi, californiano di nascita, diviso nella sua attivit\u00e0 fra New York e Rom \u00e8 figlio della nuova concezione dell’arte introdotta da Andy Warhol.<\/p>\n

Dal punto di vista stilistico Warhol e Kostabi avrebbero poco in comune, anche se sono entrambi artisti moderi saldamente legati alla figurazione. Warhol usava il riporto fotografico, le tecnologie tipografiche, le repliche di una stessa immagine anche in una stessa opera; Kostabi \u00e8 un ammiratore del “mestiere antico adotta frequentemente la prospettiva rinascimentale, non utilizza alcun supporto meccanico per le sue immagini e pratica una pittura a olio piuttosto tradizionale, ispirata a grandi esempi della storia dell’arte del passato, “il chiaro-scuro” di Caravaggio, “lo sfumato” del Peruginc “il surreale” di Magritte, “la melanconia” di De Chirico, malgrado l’aspetto dei suoi dipinti sia assai diverso da queste fonti di provenienza. Warhol \u00e8 iconico, rielabora una immagine gi\u00e0 esistente, quella della comunicazione di massa e del] star System, cristallizzandola e proponendola in una nuova chiave estetica.<\/p>\n

Kostabi \u00e8 narrativo (inventa dinamicamente nuove figure, nuove composizioni, nuovi espedienti visivi per ogni su dipinto, sebbene ricorra sempre a uno stesso tipo di figura. \u00c8 una silhouette bianca dotai di spessore volumetrico, una specie di Bibendum della Michelin dopo una drastica dieta dimagrante, ma senza volto, senza capelli, senza organi genitali, senza definizione muscolare, appena distinguibile nelle differenza fra maschio e femmina.<\/p>\n

Non so se abbia u nome, ma gli starebbe benissimo Kostabiman, come un “supereroe” della normalit\u00e0 senza lettere o simboli da mostrare sul petto, punto minimo di mediazione fra immaginazione realt\u00e0, in attesa di una inevitabile trasposizione scultorea, o meglio ancora di diventare u giocattolo, un bambolotto di gomma plasmabile che i bambini non lascerebbero mai.<\/p>\n

Da un certo punto di vista, Kostabiman \u00e8 una riedizione riveduta e corretta dei ” pupazzi” di Keith Harin umanizzati, neutralizzati, “gonfiati”, privati dell’eccessiva stilizzazione grafica che li aveva trasformati in segni, elementi decorati e decorativi.<\/p>\n

Quelli di Kostabi, per\u00f2, non sono segni, n\u00e9 decorazioni. Sono veri e propri personaggi: che abitano e vivono i dipinti di Kostabi come Topolino o Mandrake vivono le loro avventure, nelle strip dei fumetti. Se un giorno si riuscisse nella grande impresa di riunire tutte le migliaia e migliaia di dipinti di Kostabi, uno dopo l’altro, dovremmo ammettere di aver fatto la storia illustrata pi\u00f9 vasta mai registrata dalla storia dell’ arte, la storia di Kostabiman.<\/p>\n

Una Odissea fantastica e magrittiana, strampalata, senza un suo sviluppo lineare, con episodi che si aprono e si chiudono in un solo dipinto, oppure che si collegano ad altri attraverso salti bruschi e incoerenti; ma sempre di una storia si tratterebbe, a cui ognuno di noi potrebbe dare il senso che vuole.<\/p>\n

Sarebbe un po’ come trasporre in arte il paradosso di Borges per il quale, mettendo una dopo l’altra tutte le combinazioni possibili fra le lettere dell’alfabeto, si otterrebbero certamente tanta casualit\u00e0, ma anche tutti i maggiori capolavori della letteratura internazionale. Oppure come mettere assieme le fotografie degli album di famiglia realizzati in ogni parte del mondo, nella sicurezza che dal caos verrebbe fuori una qualche continuit\u00e0.<\/p>\n

La vicinanza fra Warhol e Kostabi va dunque cercata su un piano diverso dallo stile Se Warhol aveva indicato una strada, l’arte come pratica commerciale, come organizzazione industriale destinata alla comunicazione globale, Kostabi l’ha sviluppata e adeguata con perfetta coscienza del suo tempo.<\/p>\n

Kostabi pu\u00f2 vantarsi di essere il pittore pi\u00f9 prolifico del mondo la sua factory, Kostabiworld, \u00e8 a New York ed \u00e8 organizzata con criteri industriali molto efficienti di quelli dell’analoga azienda di Warhol, contando tanti collaboratori che dipingono secondo le istruzioni del titolare.<\/p>\n

Non \u00e8 solo per desiderio di denaro che Kostabi si \u00e8 organizzato in questo mo Anzi, potr\u00e0 sorprendere sapere che questo tipo di organizzazione del lavoro si oppone al m pi\u00f9 fruttuoso e appariscente di fare soldi con l’arte contemporanea. C’\u00e8 modo e modo di fare denaro, e Kostabi ne ha scelto uno.<\/p>\n\n

\n\n \n \n
\n\n 12,75 EUR<\/span>Bestseller No. 1<\/span>\n
\n \n \"The\n <\/a>\n\n <\/div>\n\n
\n \n The rhythm of inspiration. Ediz. italiana e inglese <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n 85,00 EUR<\/span>\n \n 72,25 EUR<\/span>\n \n <\/a> <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n Bestseller No. 2<\/span>\n
\n \n \"Mark\n <\/a>\n\n <\/div>\n\n
\n \n Mark Kostabi, The big apple,1998, Serigrafia firmata e numerata <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n \n 390,00 EUR<\/span>\n \n <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n Bestseller No. 3<\/span>\n
\n \n \"Paul\n <\/a>\n\n <\/div>\n\n
\n \n Paul Kostabi. Ediz. illustrata <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n \n 40,00 EUR<\/span>\n \n <\/a> <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n Bestseller No. 4<\/span>\n
\n \n \"Mark\n <\/a>\n\n <\/div>\n\n
\n \n Mark Kostabi. New paintings <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n \n 20,00 EUR<\/span>\n \n <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n 46,00 EUR<\/span>Bestseller No. 5<\/span>\n
\n \n \"New\n <\/a>\n\n <\/div>\n\n
\n \n New alliance. Ediz. italiana e inglese. Con CD Audio <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n 60,00 EUR<\/span>\n \n 14,00 EUR<\/span>\n \n <\/a> <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n 154,03 EUR<\/span>Bestseller No. 6<\/span>\n
\n \n \"Kostabi:\n <\/a>\n\n
\n <\/span><\/a>\n
1 Recensioni<\/div>\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n \n Kostabi: The Early Years <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n 209,85 EUR<\/span>\n \n 55,82 EUR<\/span>\n \n <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n 0,20 EUR<\/span>Bestseller No. 7<\/span>\n
\n \n \"Mark\n <\/a>\n\n <\/div>\n\n
\n \n Mark Kostabi. L'angelo virtuale. Ediz. italiana e inglese <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n 30,00 EUR<\/span>\n \n 29,80 EUR<\/span>\n \n <\/a> <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n Bestseller No. 8<\/span>\n
\n \n \"Mark\n <\/a>\n\n
\n <\/span><\/a>\n
1 Recensioni<\/div>\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n \n Mark Kostabi in the 21st Century <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n \n 48,00 EUR<\/span>\n \n <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n Bestseller No. 9<\/span>\n
\n \n \"Conversations\n <\/a>\n\n <\/div>\n\n
\n \n Conversations With Kostabi <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n \n 52,94 EUR<\/span>\n \n <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n \n
\n\n Bestseller No. 10<\/span>\n
\n \n \"Mark\n <\/a>\n\n <\/div>\n\n
\n \n Mark Kostabi. The Rhythm Of Inspiration. <\/a>\n
\n <\/div>\n <\/div>\n\n
\n\n
\n \n 130,00 EUR<\/span>\n \n <\/div>\n\n SCONTATO su Amazon<\/a>\n <\/div>\n\n<\/div>\n\n \n<\/div>\n\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

“KOSTABI – Da Giotto a Warhol, Andata e Ritorno…”  a cura di Vittorio Sgarbi In principio fu Andy Warhol. Prima di lui il rapporto fra arte moderna; industria e comunicazione di massa era ancora fortemente contraddittorio. C’erano stati tentativi di conciliazione fra questi elementi, anche importanti e felici (le applicazioni extrapittoriche del Futurismo, il Costruttivismo) […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":320,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[30,14,29],"tags":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/175"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=175"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/175\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/320"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=175"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=175"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.tuttarteonline.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=175"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}