Lezioni di pittura: corso online gratis

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In questo articolo voglio darti alcune lezioni di pittura per permetterti di imparare a dipingere usando le tecniche dei grandi artisti del passato e di oggi.

Piccole note sulle tecniche antiche

Perché studiare i grandi e le loro tecniche? Semplicemente per migliorare il proprio modo di esprimersi. Essi sono comunque maestri prima di tutto nell’espressione.

Ho sempre amato l’arte antica ed i grandi artisti del passato. Essi si formavano nelle botteghe di nomi che oggi fanno parte della storia dell’arte di tutti i tempi e lì imparavano tecniche artistiche frutto di una lunga tradizione tramandata spesso da padre in figlio e che permetteva loro di vivere.

La sapienza con cui operavano ha permesso che quei grandi capolavori arrivassero ai nostri giorni senza subire i riflessi negativi e trasformatori del tempo. Credo che la forza di un artista sia la propria capacità espressiva, il proprio modo di trasmetterci attraverso l’uso di colori particolari emozioni. Studiando i grandi di ogni tempo è possibile affinare il proprio modo di esprimersi. Questo avviene in ogni arte.

Come nella letteratura si studia Dante e nella musica si ascolta Mozart così in pittura si studia Leonardo per lo sfumato, Caravaggio per il chiaroscuro  e molti altri che hanno lasciato ai posteri gradi lezioni di vita  e di arte.. Per fare un altro esempio musicale Jimi Hendrix ,chitarrista rock,  è stato un grandissimo  innovatore formatosi suonando il blues della tradizione e nei suoi pezzi si sente l’impronta di quel profumo così particolare. Le vere grandi innovazioni quindi non partono mai da una tabula rasa.

La tecnica non è altro che un modo di procedere.. La tecnica non deve essere fine a se stessa ma un veicolo ed  un mezzo per esprimere e per esprimersi .

Il disegno, il tono, il colore

Nel concepire l’immagine gli antichi la consideravano composta da tre componenti fondamentali: il disegno, il tono, il colore. E’ una scomposizione che nella realtà non esiste ma la realtà è talmente complessa che analizzandone i singoli aspetti uno per volta aiuta.  Essi affrontavano queste tre componenti in successione e in maniera separata (ma interrelata  in concomitanza e in relazione) e sempre cercando di armonizzarle in un tutt’uno. Il vantaggio, concentrandosi su un singola componente, è quello di ottenere una maggiore concentrazione. Il risultato è una maggior perfezione in tutte e tre le componenti. Gli impressionisti invece operavano con maggior rapidità risolvendo queste tre componenti in un unico gesto. Ciò è molto più difficile e richiede grandi doti.

Credo che ciò derivasse dalla necessità di realizzare il quadro in poche ore per cogliere l’impressione della realtà in quel momento in relazione alle condizioni del sole che sono mutevoli nel corso della giornata. In alcune lettere di Monet  egli si lamentava di come spesso il tempo ed il sole cambiasse troppo repentinamente le condizioni di illuminazione del paesaggio. Essi dovevano procedere con molta rapidità.

Il disegno

Gli antichi partivano spesso eseguendo dei disegni di studio in cui risolvevano il quadro con le proporzioni e le ombreggiature (curandone l’aspetto chiaroscurale spesso a pennello). In alcuni casi eseguivano lo spolvero riportando la composizione disegnata bucherellando il foglio nei contorni del disegno (questo serviva per le proporzioni) in altri casi copiando il disegno. Comunque  tenendolo come punto di riferimento di partenza e variandolo nei successivi strati  in corso d’opera (alle volte infatti  nuove immagini nascono da se suggerendo nuove varianti alla composizione. Nelle radiografie o nella perdita di capacità coprente dei colori dei quadri antichi si scorgono spesso ripensamenti).

Il Tono

(costruivano l’impianto chiaroscurale soprattutto con l’abbozzo. In questa fase si concentravano su un effetto di rilievo)

Seguiva cioè la fase di abbozzo fatta con colori che davano l’impronta chiarosculare. Naturalmente la fase di disegno e abbozzo chiaroscurale monocromatica o quasi può anche eseguirsi in un tutt’uno. Questa ritengo sia una fase molto delicata perché questa base monocromatica chiaroscurale fatta in genere con le terre influirà sul colore steso successivamente in maniera decisiva.

Il Colore

(il tonalismo e le ombre colorate)

La terza fase è quella della stesura del colore e che si conclude con le velature ancor più diluite.

La velatura è una componente del quadro fondamentale che permea tutte le fasi. In ogni fase si può essere più o meno coprenti e quando lo si è meno si crea un maggior effetto velatura.

(Nella pittura ad olio assume un valore maggiore nell’ultimo strato perché in quest’ultimo si può diluire maggiormente il colore con olio. Nella pittura ad olio la regola è applicare sempre il colore grasso su magro. Quindi l’ultimo strato è quello a cui si associa maggiormente il concetto di velatura proprio perché può essere più diluito con olio creando un effetto profondità).

La velatura mette in relazione tutti gli strati di pittura: due  colori sovrapposti creano un nuovo colore e la sapienza dei grandi maestri del colore è la conoscenza ( percezione) e consapevolezza padronanza di questi effetti di colore .Essi sapevano come due colori sovrapposti avrebbero reagito in velatura.

La velatura nell’antichità sembra per tradizione avere un’importanza maggiore che in tempi a noi più vicini dove si ottiene il colore più per mescolanza. I colori nell’antichità venivano usati spesso puri e le colorazioni si ottenevano anche per sovrapposizione. Venivano  in genere soltanto mescolati con del bianco (che in genere nella tempera e nell’olio era biacca cioè carbonato basico di piombo).

Questo è uno dei motivi per cui i colori si sono mantenuti in perfetto stato: il fatto che la tavolozza era molto limitata. L’ accortezza è non mescolare colori incompatibili fra loro che nel corso del tempo potrebbero innescare reazioni chimiche che muterebbero il colore ottenuto; Meglio quindi mescolare colori di natura chimica simile..

Note sul colore: I pigmenti

La storia dei colori è molto interessante. Vi sono colori usati fin dall’antichità più remota. Altri di più recente scoperta. Alcuni da sempre usati altri caduti in disuso. I colori maggiormente usati in tutte le epoche sono comunque le terre che Spesso assumono nomi diversi a seconda della provenienza. Sono colori stabili che si possono mescolare tra loro senza problemi. Esse principalmente sono:

  • terra verde
  • terra di siena
  • terra di siena bruciata
  • terra d’ombra
  • terra d’ombra bruciata
  • ocra gialla
  • ocra rossa  (rosso di venezia, rosso pozzuoli, ecc)

Il bianco più usato nell’affresco è il bianco di san giovanni che è calce spenta mentre nella tempera e nell’olio il più usato nelle varie epoche fu il bianco di piombo (biacca o cerussa colore velenoso ma molto resistente)

Il blu di lapislazzuli pietra preziossa da degli azzurri bellissimi. E’ sostituito dal blu oltreare naturale che però non ha pari resistenza.

La tavolozza dei grandi: con pochissimi colori una ricca varietà cromatica.

Come studiarli?

Visitando le gallerie e i musei. Si può partire sia a livello stilistico analizzandone il tratto, l’uso che fanno del colore e il tono. Il tratto è come la calligrafia di un artista. In ogni persona è diverso. Il segno del pennello in alcuni artisti è quasi assente e la superficie è liscia. Forse è un impressione ma ho notato che nei più istintivi il segno del pennello è più presente, tutto è più frutto di quello che sentiva l’artista in quel preciso istante. Nelle opere più meditate e meno di getto tutto appare più calmo quasi che le emozioni più violente si fossero depositate.

E’ possibile trovare un metodo per capire più o meno come gli antichi maestri realizzassero i loro quadri?

Credo non ci sia un metodo unico perchè ognuno aveva il suo stile e nel passato più antico la tecnica è quasi sempre ereditata da antiche tradizioni di bottega spesso segrete. I migliori conoscitori delle tecniche antiche sono i restauratori. Essi conoscono meglio di tutti (assieme ai falsari) le tecniche adottate nell’antichità: Ecco un sito di restauratori russi . In esso è  molto interessante vedere i passaggi con cui questi restauratori riescono a riprodurre opere antiche imitandole perfettamente. E’ probabile che ripercorrano il  metodo del grande maestro:

http://www.artsstudio.com/reproductions/ournewcopies.htm

Esistono anche libri fondamentali quali il Libro dell’ arte di Cennino Cennini che spiegano le tecniche antiche.

Credo che la cosa più bella sia riscoprire le tecniche antiche e farle proprie come un tesoro interiore, una consapevolezza, ed esprimersi nel contemporaneo con spontaneità.

Franco Zalunardo

Bibliografia di riferimento:

“Le vite dei più eccellenti pittori scultori e architetti” di Giorgio Vasari

scaricabile gratuitamente da qui: http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_5/t129.pdf

“TECNICA DELLA PITTURA E DEI COLORI”  (l’arte del dipingere ad olio) di CARLO LINZI ed hoelpi

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“IL RESTAURO DEI DIPINTI” di Knut Nicolaus

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“IL LIBRO DELL’ARTE” di Cennino Cennini

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“Il manuale del Falsario” di Eric Hebborn

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“TRATTATO DELLA PITTURA” di Leonardo da Vinci ed. Acquarelli saggi (tratta della concezione pittorica di Leonardo)

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“La tecnica della pittura ad olio” di Gianni Piva ed hoelpi

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