Bruno Bambacaro

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bambacaro Attraverso queste pagine ,che ho avuto il piacere di creare, avrete la possibilità di poter ammirare le opere di questo artista apprezzato positivamente da critica e pubblico… la sua arte va alla riscoperta dei luoghi antichi imprimendo su fogli e tele vecchi casolari di campagna oppure contadini al lavoro inseriti in un natura florida minimizzata però da cieli che sovrastano il tutto e danno uno straordinario senso d’immensità.

Il tono pacato e soffice dei colori ci offre una precisa nozione del tempo che scava nel profondo delle cose corrodendone l’essenza, mostrandoci così lo scorrere inesorabile della vita umana.

Biografia

Mario Bruno Bambacaro è nato a Capaccio ( Sa ) nel 1944, vive e lavora a Paestum. Nel 1964 si diploma presso l’Istituto D’Arte di Salerno, successivamente frequenta l’Accademia di Napoli sotto la giuda di Emilio Greco. Opera a Milano e successivamente a Torino. Nel 1969 espone in Germania ove le sue opere vengono favorevolmente accolte.

Partecipa con successo a numerose mostre collettive riscuotendo sempre grandi successi. Espone in numerose gallerie e raggiunge perfino la grande città d’arte francese “ Parigi” con una mostra personale voluta dalla galleria “ Lamouffe”. Attualmente si divide tra Paestum e Capaccio continuando a scrivere il diario della sua vita artistica.

Critica

La ricerca di Mario Bambacaro sugli aspetti cosiddetti minori di Paestum propone le tematiche proprie dello studio della civilizzazioni agraria in un momento quanto mai opportuno, visto che si viene a saldare , e non per caso, con le analoghe ricerche già da qualche tempo intraprese, sulla storia della campagna dell’antica Poseidonia- Paestum sottolineo che gli aspetti minori devono essere intesi in relazione ad una loro marginalità nel campo degli interessi prevalenti di studio e non in quanto inferiorità dal punto di vista della loro importanza storica  che è immersa.

Certo l’uomo colto, dal viaggiatore settecentesco ad oggi, lena il nome di Paestum a quell’immaginario che esso immediatamente suscita, vale a dire la mole dei tempi ed i valori architettonici e storici che sono ad essi correlati e che vantano  una letteratura e una tradizione culturale direttamente proporzionale all’importanza di queste testimonianze maggiori. Ma, da tempo oramai,  la ricerca storica ha abbracciato una visione umanistica più totalizzante, chiamando a testimoniare  tutti i segni che l’uomo ha lasciato sul territorio.

È tra questi “ Segni” assume rilevanza il rapporto con la terra, la capacità di trasformare il paesaggio, di adattare le risorse naturali ai bisogni della sopravvivenza della  comunità; nasce e sviluppa da questa domanda culturale  la ricerca e lo scavo degli insediamenti agrari, lo studio  della loro tipologia e della loro distribuzione  nello spazio e nel tempo , unica possibilità a noi accessibile di illuminare  una grande fetta della storia civile antica, che nessun testo scritto potrebbe svelarci.

Le Bufalare o le case  rustiche della campagna Pestana che con tanto acume M. Bambacaro va a scoprire con occhio di artista ma con la vigile coscienza del ricercatore scrupoloso, sono i testimoni ancora percepibili perché miracolosamente salvi dall’annegamento vandalico della “ Civiltà del profitto e del Cemento” di quel lungo processo che ha avuto nei coloni Greci di  Poseidonia gli iniziatori. Indagare le civiltà contadine attraverso le case rurali, non è solo il generico omaggio al recupero di forme architettoniche neglette ma il bisogno della nostra cultura contemporanea di ancorare il presente ad una storia che troppo sbrigativamente, e a volte con cinismo, viene ignorata o ritenuta ingombrante.

Emanuele Greco

 

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