Presentazione grandi artisti del 900

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PRESENTAZIONE “Geni Del ‘900” a cura di Rosa Spinillo

Per una comprensione del sistema delle arti contemporanee non si può non tenere conto delle Avanguardie Storiche. Geni del Novecento come Picasso e Matisse hanno lasciato un segno indelebile nell’arte odierna. Tutto il sistema delle arti visive contemporanee subisce ancora oggi in qualche modo l’influenza del secolo scorso.

Tutta l’arte contemporanea per i “ non addetti ai lavori” non è di facile approccio. Le avanguardie storiche di inizio Novecento ( Espressionismo,Cubismo, Futurismo, Surrealismo, Dadaismo, Metafisica, Astrattismo, ecc…) hanno stravolto completamente il concetto di arte, determinando una nuova idea di arte e di artisticità.

Ciò in parte è dovuto alla mutata condizione del pensiero filosofico contemporaneo, a mutate condizioni sociali ed economiche successive agli sconvolgimenti dei due conflitti mondiali. Si è fatto strada un nuovo concetto di uomo e di umanità, nella precarietà sempre più sconvolgente del nostro tempo che sembra distruggere ogni speranza di durata.

Quando Marcel Duchamp con Man Ray l’esponente più incisivo del Dada, propose la Gioconda coi baffi, lo fece non come scrisse Giulio Carlo Argan per “ sfregiare un capolavoro, ma per contestarne la venerazione che gli viene tributata dall’opinione comune”.

Duchamp fece diventare arte anche un orinatoio, un portabottiglie, una ruota di bicicletta, spostando questi oggetti da un contesto quotidiano ad uno privilegiato, quello dell’arte.

Ci si spostava così dall’idea di arte su quella di artista: è la volontà dell’artista a indicare come opera d’arte un oggetto spostato dal suo contesto sancendone così tale status.

I parametri di lettura sono cambiati: si richiede un atteggiamento differente da quello tradizionale. Nel nostro tempo l’arte diventa sempre più una disciplina specialistica, intellettualizzata.

E come ogni disciplina, richiede anche un linguaggio specializzato e l’uso di termini tecnici. Chi si accosta a questo argomento per la prima volta, abbandoni ogni preconcetto, ogni prevenzione, cercando di cogliere nel linguaggio dell’arte del nostro tempo, una delle realtà che ci appartengono, perché parte essenziale e testimonianza del nostro momento storico.

Sento il dovere di chiarire le ragioni per le quali ho scelto i “Geni del Novecento” secondo due linee parallele: in arte come in natura, da sempre, istintualità e razionalità si scontrano e si incontrano, determinandone i comportamenti.

Per rendercene conto non c’è bisogno, di rifarci al dualismo classico che riportava questi due atteggiamenti all’influsso di Dioniso e Apollo: il primo, Dioniso, il dio che si abbandona all’ebbrezza, all’istinto, alla volontà, l’altro, Apollo, il dio che si affida all’idea, alla ragione pura. Nietzsche nel suo saggio “ La nascita della tragedia”, rappresentava questa dualità nella scansione “ volontà / rappresentazione”, facendo corrispondere il“ dionisiaco”, appunto, all’ebrezza, quindi all’impulso della volontà, l’ “apollineo” al sogno, all’idea, alla “rappresentazione”.

E secondo questa scansione distingueva il carattere mediterraneo, “classico”, da quello nordico, “romantico”. Per un ulteriore comprensione faccio riferimento alle scienze fisiche, a un pensiero di Max Planck fisico- teorico della Columbia University che già nel lontano 1909 rifacendosi al Secondo Principio della Termodinamica affermava “ non è la distruzione atomica ma piuttosto l’ipotesi del disordine elementare a costituire il vero e proprio principio dell’entropia…”.

Il termine “entropia” indica la grandezza in termodinamica che permette di valutare la degradazione dell’energia di un sistema; “ l’entropia di un sistema caratterizza il suo stato di disordine ”. Il critico Rudolph Arnheim, in Entropia e Arte.

Saggio sul disordine e sull’ordine (California University, 1971) applica questa teoria alle arti, scorgendovi “due tendenze stilistiche, a prima vista del tutto diverse l’una dall’altra”, una tendente all’ordine, alla “semplicità estrema”, alla progettualità, “iniziata”, nell’arte contemporanea, “fino dal 1913 dal quadrato nero su fondo bianco del pittore suprematista russo Kazimir Malevic”, la seconda “ che si connette al disordine accidentale o deliberatamente prodotto”, e che, nella pittura moderna può individuarsi nelle “chiazze o spruzzi di colore più o meno controllate”, nella scultura può consistere “ nell’affidarsi a tessiture casuali, a strappi o intrecci di materiali diversi, nonché a oggetti trovati”. Abbiamo individuato due tendenze nell’arte del Novecento che si incontrano e scontrano reciprocamente, ma perseguono anche un percorso autonomo.

Partirò con l’esplicazione del genio di Munch di cui proprio in questi giorni è stato rubato al Museo di Oslo il famosissimo dipinto “ Il grido”.

Poi il genio di Matisse e il Fauvisme, Picasso e il Cubismo, Duchamp e il Dadaismo, Malevic e il Suprematismo, Boccioni e il Futurismo. Si passerà al genio di Giorgio De Chirico e Alberto Savinio ( Metafisica) , Max Ernst e Salvador Dalì, Renè Magritte ( Surrealismo ), Amedeo Modigliani, Filippo de Pisis e la “Scuola di Parigi”.

La “Scuola di New York” e l’Espressionismo astratto con Pollock, De Kooning e Rotko. Il genio di Emilio Vedova ( Astrattismo) poi la Pop Art e il New Dada con Rauschenberg . Si spazierà dall’ arte concettuale di Joseph Beyus al graffitismo di Jean Michel Basquiat.

Per concludere con la Transavanguardia Italiana analizzando il genio di Mimmo Palladino e Francesco Clemente.

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